martedì 23 dicembre 2008

Le doti di un capo

Oggi abbiamo operato di nuovo Amanda, la deliziosa bambina che è venuta in sala qualche giorno fa. Il primo esame ha evidenziato una piccola anomalia da trattare chirurgicamente.
Ieri pomeriggio invece di andare io a fare la visita preoperatoria c'è andato il responsabile di sala, il mio superiore, che chiameremo, come al solito per comodità, Matteo.
Matteo è un notevolissimo 36enne con due occhi azzurri dolcissimi e un sorriso enorme. è sposato e ha due bambini che semplicemente adora, ed oltre ad essere un ottimo anestesista è una di quelle persone dotate dell'innata capacità di trattare con i piccoli.
Quando lavoriamo insieme io l'osservo sempre con attenzione: da lui c'è sempre tanto da imparare. Oltre a queste doti prettamente lavorative Matteo è anche una persona affabile e deliziosa e,al contrario di molti che lavorano in quest'ospedale, non ti fai mai pesare il fatto che oltre ad essere più anziano (si fa per dire) e superiore in grado, ne sa infinitamente più di te.
Tutto ciò ad Amanda non interessava.
Ha guardato il mio capo con diffidenza e prima di concedergli risposta a qualche domanda gli ha detto con tono inquisitorio:
-"Ma tu sei amico della dottoressa?"(che sarei io)
Lui , sempre signorile, invece di rispondergli "Non sono suo amico sono il suo superiore" ha sfoderato un sorriso e ha detto:
-"Sì, sono un suo amico lavoro con lei, posso farti qualche domanda?"
un po' meno diffidente ma non ancora convinta Amanda ha chiesto:
-"Ma lei domani c'è?"
e Matteo:
-"Sì, non ti preoccupare domani c'è, l'anestesia te la fà lei, come l'altra volta."
"ah, allora ok".
e ha risposto alle domande.
Le solite due considerazioni. La prima è che questo è il rapporto medico paziente di cui tutti parlano. Vuol dire semplicemente che il paziente si fida di te. Non per bravura o per imposizione, ma per empatia. Matteo è 1000 volte più bravo di me, ma lei ormai mi aveva "adottata" come anestesista e siccome è una bambina lo ha fatto con fiducia incondizionata. Non le importava che non fossi la più brava o la più importante, le importava che fossi io.
Io credo che l'essenza del lavoro di medico , in grande o in piccolo sia tutta qui.
La seconda è che una persona meno intellignte e meno sicura di Matteo avrebbe fatto di tutto per mettere in luce la sua importanza rispetto a me, lui non solo non lo ha fatto, ma si è prestato al gioco tranquillizando la bambina. Io credo che solo una persona veramente intelligente e sensibile sia in grado di comportarsi così.
Questo si chiama, secondo me, avere le doti del capo.
Una cosa che non si insegna, nè con le raccomandazioni, nè con i titoli accademici.
E chi vuol capire, capisca.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

....e noi tutte lo amiamo incodizionatamente!!! Baci Buon Natale Enry

Anonimo ha detto...

che capo superfico :D
Layla