mercoledì 8 ottobre 2008

Pediatria

Come ripetono tutti coloro che hanno a che fare con la pediatria " i bambini non sono piccoli adulti", intendendo con ciò che per saper curare un bambino non basta saper curare un adulto e dimezzare le dosi. In effetti anche l'anestesia pediatrica è un mondo a parte e capita spesso che un anestesista degli adulti fugga urlando di fronte alla prospettiva di addormentare un bambino.

Cmq finora direi che la mia esperienza di anestesia pediatrica è entusiasmante da quasi tutti i punti di vista: lavorando con i bambini e dovendo quindi interagire con loro, i chirurghi sono persone carine e tranquille, le infermiere e le portantine sono deliziose, gli specializzandi rilassati e sorridenti e gli anestesisti residenti 2 persone fantastiche con cui è un piacere lavorare. Dico solo che alla fine della seduta operatoria le infermiere imbandiscono un tavolo nella cucinetta e si pranza tutti insieme chiaccherando del più e del meno. Chiaccherando! insieme!!! Per i livelli di isterismo e aggressività con cui si viaggia nel policlinico questa cosa è pura fantascienza...

Il paziente non è un vecchiaccio bavoso e puzzolente, o una cicciona acida, ma un bimbetto adorabile e cicciotto che arriva in sala in braccio alla mamma e si addormenta guardando le bolle di sapone che fa l'anestesista mentre gli fa respirare l'anestetico dalla mascherina profumata alla fragola; quando l'intervento è finito il cucciolo si sveglia e si riporta in braccio dalla mamma.

A dire il vero una delle cose che mi mette a disagio è il fatto che, al contrario degli adulti, i bambini li freghiamo. della serie: vieni tesoro e aspira la fragola della mascherina, senti che buon profumino? Uhhh, guarda le bolle!!! " e bam! il poveretto si sveglia un ora dopo con un taglio nella panza...insomma: entrano tutti contenti ed escono inkazzati neri guardandoci con sospetto...vabbè, però salviamo vite umane...

La cosa che invece mi shocka a morte della pediatria è quando le cose vanno male. Gli interventi sui bambini sono nella stragrande maggioranza della sciocchezze con un' ottima prognosi,  ma quando non è così io non sono assolutamente in grado di reggere il carico emotivo. Un bambino che muore è una cosa che mi fa stare assolutamente, fisicamente male, che mi riempie di ansia per giorni, con cui non riesco a far pace; e l'immagine dei genitori di un bambino gravemente malato è la dimostrazione in terra di cosa sia l'inferno e come ci si arriva. Io guardo con ammirazione assoluta ai miei colleghi che lavorano per esempio in cardiochirurgia pediatrica  o in oncologia pediatrica e riescono a vivere, divertirsi, curare i loro figli e fare quel lavoro e quando qualcuno mi dice che non farebbe mai il medico io capisco cosa vuole dire se penso a come sarebbe per me fare l'anestesista in una di queste sale.

Ognuno ha i suoi mostri sotto il letto 

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