giovedì 23 ottobre 2008

Chi paga sono sempre i più deboli

Una sala operatoria la mattina presto sembra il circo Togni prima dello spettacolo: acrobati, mangiatori di fuoco, bestie volanti: gli infermieri si lavano e si mettono sterili e preparano i tavoli operatori e le sale, i portantini portano i pazienti e sistemano le cose pesanti , gli anestesisti preparano l'occorrente per l'anestesia, i chirurghi arrivano urlando: "ancora non è pronto? ma quando iniziamo?" . Tutti urlano, chiamano, corrono, spostano cose, strappano carte, telefonano e si spintonano e ogni mattina si ha l'impressione che sia la prima volta in assoluto e ci sia uno sgomento generale al pensiero di dover davvero operare un essere umano. 

Piano piano, però la macchina si mette in moto e ogni giorno i pazienti , a Dio piacendo, entrano ed escono dopo essere stati operati e tutto viene rimesso a posto fino alla mattina seguente.

In questa isteria collettiva rituale ognuno fà la sua parte, ma c'è un solo ed unico regista: la Caposala. 

Gli anestesisti possono cambiare tutti i giorni, diverse equipe chirurgiche alternarsi allo stesso tavolo, gli infermieri fanno mattine e pomeriggi, ma chi è sempre lì e veramente SA è Lei. Dei milioni di cose che ci sono da fare lei sa cosa si fa prima e cosa dopo, di ogni singolo oggetto usato da chiunque, dal chirurgo al portantino lei sa dove è quanto ce n'è e a chi chiederlo se manca. La caposala sa chi opera, quando e per quanto e sa quanto durerà l'operazione se il chirurgo è una pippa e cosa gli servirà. Sa chi è di turno e chi è in vacanza. Se il chirurgo ha torto si allea con l'anestesista, se l'anestesista è stronzo si allea con gli altri infermieri, riconduce i suoi alla calma o li incita alla rivolta e , in generale , è l'unica figura senza la quale la sala operatoria va in palla.

Gli altri infermieri di solito si chiamano per nome, invece le caposala si chiamano per cognome come i giocatori di calcio, i compagni di classe alle medie e i maggiordomi inglesi. Si possono chiamare anche solo "Caposala", o le più anziane, della vecchia scuola, "Sister" (proprio così: "sister", in inglese...mi sono sempre chiesta perchè...). Se si vuole ottenere qualcosa da un'infermiera chiamatela sister...è un po come chiamare ingegnere un geometra...

In pediatria, per esempio c'è una caposala: La chiamerò Rossi, per non fare nomi, ma chiunque abbia frequentato anche per sbaglio l'ospedale la riconoscerà immediatamente perchè lei è la sala operatoria di pediatria. Rossi (il suo nome è Maria, ma l'ho saputo per caso solo dopo diversi mesi che la conoscevo) è un'arzilla 60enne. è lì da 40 anni e conosce tutti. Quello che ora è il primario lei se lo ricorda specializzando, il responsabile degli anestesisti, studente di medicina. Sarà per questo che kazzia entrambi come due ragazzini e loro chinano la testa e la lasciano fare. In sala operatoria sa fare tutto: l'infermiera, la ferrista, la portantina e a buon bisogno anche il tecnico dell'autoclave. Il merito del funzionamento della sala è di tutti, ma suo di più.

Il passaggio di consegne da una caposala ad una più giovane avviene di solito naturalmente. L' anziana sceglie una delle infermiere e la "cresce" così che questa prenda il suo posto nella continuità, e non dubitavamo che Rossi avrebbe scelto qualcuno all'altezza prima di andarsene. Come al solito però la stupidità di chi comanda riesce ad essere più devastante di ogni previsione. Il nostro direttore sanitario, in combutta con quell'idiota del nostro ministro, ha deciso che il personale costa troppo e quindi va tagliato. Chi ha 40 anni di servizio va a casa.

Ma attenzione: questo discorso sarebbe perfetto se lo avesse fatto sui medici. Noi iniziamo a lavorare a 30 anni: con 40 anni di servizio in media un medico ne ha 70 ed è ora che vada in pensione. Ma questo vorrebbe dire togliere gli stipendi a molti primari, baroni e nullafacenti che rubano il denaro nel nostro ospedale. La regola invece si applica solo agli infermieri. Quindi a Rossi, e ad una quantità di altre caposala di 60 anni o poco più che sono la spina dorsale delle sale operatorie e dei reparti e che vengono forzatamente mandate a riposo. Ma ancora meglio: gli è stato detto che se vogliono possono rimanere: ma con un contratto libero professionale!

Non so come faremo senza Rossi in pediatria, nè come faranno in tanti altri reparti. Mi chiedo solo perchè le decisioni per il nostro lavoro, la nostra vita e la nostra salute debbano essere prese da chi sta seduto in poltrona senza lavorare con noi e senza venire a sporcarsi le mani e perchè chi paga sono sempre i più deboli.

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